StreetArt
La street art ha sdoganato la funzione pubblica dell’arte, uscendo dai luoghi elitari quali musei, gallerie d’arte o chiese, per indirizzarsi alla massa, a tutti. Lo street artist, proveniente dal basso, si sente caricato di responsabilità nel portare l’arte a tutti, perché il pubblico ha bisogno dell’arte per il carico spirituale, pedagogico, estetico e politico che si porta dietro. Lo fa, quasi sempre, come forma trasgressiva, compiendo atti illegali e i loro autori rischiano di essere arrestati, denunciati e condannati. Per molti la street art rimane ancora manifestazione di vandalismo iconico. Si sta assistendo, d’altro canto, ad un complesso processo di sostenibilità, estetizzazione, individualizzazione e legalizzazione della street art, passando progressivamente da atti di vandalismo a opere d’arte pubblica promosse e sostenute.
Dire street art non significa fare riferimento ad un insieme monolitico di opere perché diverse sono le forme, i contenuti, le tecniche e i supporti. Quello che accomuna le diverse forme, dal figurativo all’astratto, dal decorativo all’espressivo, è un comune medium: la fruizione pubblica dell’arte, accessibile a tutti perché presente in luoghi aperti come strade, piazze o edifici pubblici, pertanto da alcuni è chiamata urban art. Antonino Clemenza ph